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VIPsight December in ITALIAN

 

AZIENDE

Jungheinrich: prognosi adattata

La Jungheinrich AG, produttrice di carelli elevatori, ha corretto la sua prognosi di guadagno per l’esercizio corrente verso il basso. A causa del ritardato inizio della produzione nella nuova fabbrica bavarese a Degernpoint e in seguito ai deboli affari in Europa il management prevede adesso un guadagno tra 165 e 170 milioni di Euro, invece dei 165 a 175 milioni prognosticati. L’azienda è quotata nel S-Dax.

A Settembre, a causa dei ritardi di produzione nella nuova fabbrica l’azienda ha prodotto meno veicoli del previsto. E il mercato europeo si muove poco. Tra gennaio e settembre i ricavi in Germania sono persino scesi del due percento rispetto all’anno precedente.  Vista la ripresa del mercato in Cina Jungheinrich prevede tuttavia un aumento della domanda in Asia. Anche il business negli USA dovrebbe continuare a crescere sostanziosamente.

Per il 2014 Jungheinrich è ottimista dimostrandosi abbastanza sicura di un miglioramento delle condizioni economiche mondiali. Attraverso degli investimenti strategici Jungheinrich avrebbe creato le condizioni per approfittare da questo andamento positivo del mercato.

Hess: lo scandalo si è allargato

Lo scandalo sul bilancio del produttore d’illuminazione Hess AG assume delle nuove dimensioni. Se fino ad ora si era parlato di manipolazioni per oltre 26 milioni di Euro, adesso la stima dei curatori fallimentari supera i 45 milioni di Euro. Sulla pagina internet della Hess AG, che fino all’inizio dell’anno era quotata in borsa, si trova un rapporto molto esteso del revisore dei conti nel quale tutte le posizioni abbellite prima dell’IPO sono dettagliatamente elencate.

Secondo questa fonte l’insieme delle fatture fittizie ammonta a circa 26 milioni di Euro. A questi si aggiungono, secondo il revisore dei conti, anche degli affari circolari, dove gli stessi macchinari sono stati rivenduti più volte all’interno del gruppo facendo alla fine confluire il ricavo nel bilancio della Hess AG.  Anche le perdite prevedibili  da affari con derivati non sono state registrate a dovere.

I due membri del consiglio di amministrazione Christoph Hess e Peter Ziegler continuano a negare. Il curatore fallimentare Volker Grube ha deciso di procedere per rimborso danni contro i due ex-membri de CdA non appena conclusosi  il controllo speciale. Secondo la sua esperienza prima di avere la sentenza passerebbero ancora degli anni. Lo specialista per l’illuminazione è stato quotato in autunno 2012 con circa 36 milioni di Euro, quattro mesi più tardi, dopo la pubblicazione del falso in bilancio,  ha dovuto il suo fallimento in borsa.

SGL: Nelle orme dell’omonimo

Il produttore di prodotti di carbonio SGL Carbon SE presenta Jürgen Köhler come successore di Robert Koehler che è stato alla guida del CdA per lungo tempo. Il vecchio CEO Koehler lascia dopo vent’anni la sua carica per motivi di età.  In Germania è uno dei Top Manager che è stato più a lungo a servizio della stessa azienda. Il collega Jürgen Köhler è entrato nel CdA a giugno 2013 dopo essersi occupato di diverse funzioni di management dal 2002. Il suo compito è di portare avanti e di far ulteriormente crescere le strategie aziendali. La SGL è quotata nel MDax.

Allo stesso momento è stato deciso di ridurre il CdA da cinque a tre membri. Theodore H. Breyer ha già lasciato l’organo lo scorso mese di ottobre sempre per motivi di anzianità e Armin Bruch lascerò la sua carica di comune accordo. Dal prossimo anno il CdA sarà composto dal suo presidente, Jürgen Köhler, dal CFO Jürgen Muth e da Gerd Wingefeld.

 

Buhlmann's Corner

Il consiglio di sorveglianza – un essere (s)conosciut0?

Il padre mai incoronato della Corporate Governance in Germania, Christian Strenger, ha avuto ancora una volta il giusto fiuto. I giudici da lui interpellati in seguito all’assemblea generale del 2011 gli hanno dato ragione sul rapporto di dipendenza del consiglio di sorveglianza della SolarWorld dal Re Sole Frank Asbeck. Il fatto che allora l’operato del consiglio non era da approvare ha trovato ora la triste conferma nella crisi esistenziale in cui si trova l’azienda.  Ma la questione non sembra toccarlo da vicino. In teoria potrebbe ritentare l’approvazione, cosa che Frank Bsirske in qualità di Deputy Chair della Lufthansa e contemporaneamente di presidente del sindacato Ver.di non può. Nel 2002 la sua approvazione è stata espressamente rifiutata a causa di un conflitto d’interesse.

L’indipendenza del consiglio di sorveglianza rimarrà nel focus delle votazioni anche nel 2014. Ci ha pensato il consulente che ha formulato le linee guida sulle votazioni per ISS (&Co.). Chi è indipendente per un terzo può fare ciò che vuole?  Mi domando, ma è giusto che (come nel caso di Linde nel 2014) una decisione così importante come quella del Cooling-off venga decisa in base ad una insensibile linea guida e senza ascoltare il mercato ovvero gli azionisti? Se Wolfgang Reitzle è il miglior presidente del consiglio di sorveglianza di Linde – chi lo sa?  Ma che Reitzle ha saputo come nessun altro (ri)strutturare l’azienda aumentando il suo valore di una percentuale a due cifre, questo lo so io. E sono anche certo che nel suo caso ci si può fidare dell’eccezione alla regola, anche e non solo perché nella Linde il Consiglio di amministrazione funziona di gran lunga meglio del Consiglio di sorveglianza. Accanto alla sua funzione di presidente del CdA di Linde Reitzle ha portato come suo presidente del Consiglio di sorveglianza la Continental dalla crisi alle stelle – chi avrebbe saputo farlo meglio di lui?

L’indipendenza e la capacità di assumersi una responsabilità sono insieme al coraggio di prendere delle decisioni le condizioni fondamentali per un consiglio di sorveglianza (ben) funzionante. Un buon consiglio di sorveglianza accetta le responsabilità invece di delegarle. La condizione minima è invece una composizione giusta nella struttura del potere.

Una cosa è certa quanto ovvia: l’unione tra controllo e gestione è stata identificata e riconosciuta al più tardi dai tempi di Luigi XIV come la radice di molti mali. Eppure anche in tempi recenti – parlo del 2003 – il presidente del consiglio di amministrazione poteva confermare con la propria firma l’indipendenza richiesta dalla legge per candidarsi alla poltrona nel consiglio di sorveglianza – questo automatismo fa parte della storia ed è bene così.

Eppure ci sono anche dei paesi, come ad esempio in Francia o negli Stati Uniti, che con i loro 1-tier-boards ci dimostrano di approvare la fusione tra fare e controllare.  Cosa succede quando il poliziotto non diventa solo il controllore ma anche il boia? – Certo le vie decisionali sono più brevi e ci sono meno discussioni. Ma anche il ruolo del PDG (Président-Directeur-Géneral) suona ormai demodé – eppure nonostante i problemi si continua a nominarlo.  Auguriamo Phitrust di ottenere sempre più risultati nel loro impegno per la sua abolizione.

Il fatto che un grande azionista (indipendentemente dalla soglia della sua partecipazione) possa anche fare del bene, lo vediamo nel caso di Fresenius. Ma purtroppo vediamo anche il contrario, come nelle partecipazioni di Haniel (Celesio, Metro & Co.).   E sicuramente giusto limitare l’influenza dei partecipanti maggiori  per motivi di “dipendenza”, anche per evitare casi come Volkswagen e MAN. Con un conteggio creativo dei voti e una partecipazione di allora 30% il produttore di automobili conquistò il potere illimitato sulla MAN.

I compiti del consiglio di sorveglianza non si sono moltiplicati a pari passo con la sua retribuzione; è il lavoro in se e la sua trasparenza che sono notevolmente aumentati negli ultimi dieci anni. Il consiglio di sorveglianza deve tenere le redini del CdA, deve attaccare i cavalli che tirano il carro. Le due cose devono funzionare, ma di più non c’è da fare.

Intrecci privati (Solarworld) o confusioni funzionali come nel caso del PDG sono controproducenti per l’insieme, come se uno volesse mettere a sedere il cavallo imbrigliato sulla serpa del carro. E misurare la responsabilità col righello – non so se chiamarlo semplicistico o colposo.

 

Persone

Gerhard Schick accetta il ritorno alla presidenza del consiglio di sorveglianza di Bechtle. L’azienda IT  comunica che l’attuale capo del consiglio di sorveglianza, Klaus Winkler, abbia lasciato la sua carica per “ motivi personali famigliari”. Era membro del consiglio di sorveglianza dal 1999. Adesso il fondatore della seconda più grande casa IT in Germania dovrebbe dirigere il consiglio almeno fino all’assemblea generale prevista per il 5 giugno 2014. La Bechtle è quotata nel Tec Dax.


Jürgen Buchsteiner lascia inaspettatamente la Brenntag quando, a fine anno,scade il suo contratto. Il responsabile per l’Asia del distributore di prodotti   chimici non prolungherà il suo contratto per motivi personali.  Il 55enne ex CFO - che al momento della quotazione in Borsa della Brenntag ha dato dei contributi fondamentali – è stato dal 2012 responsabile per la regione Asia-Pacifico e per il settore M&A.


I membri del CDA Jochen Klösges e Ulrich Sieber lasciano la Commerzbank alla fine dell’anno. A luglio 2014 Klösges diventerà CEO della E.R. Capital Holding. Il responsabile del personale Sieber se ne deve andare. Lo ha deciso il consiglio di sorveglianza lo scorso 6 novembre. Fondamentale per la decisione deve essere stato il doppio voto di Klaus-Peter Müller. A metà ottobre una sua decisione nel consiglio di sorveglianza è stata bloccata soprattutto da parte dei rappresentanti dei lavoratori. E’ probabile che l’accordo sulla sua buona uscita venga discusso in tribunale.


Il 27 novembre Peter Bayer ha preso il posto di Siegfried Russwurm come Presidente del consiglio di sorveglianza della OSRAM Licht. Il cinquantenne che fa parte del CdA della Siemens ha lasciato l’organo.  A prendere il suo posto come membro del consiglio di sorveglianza è Roland Busch che insieme a Michael Knuth è stato anche nominato vice-presidente del consiglio di sorveglianza. Secondo le ultime informazioni Siemens tiene ancora direttamente il 17 percento dell’ex affiliata del gruppo.


Günter Blaschke passa la guida della RATIONAL a Peter Stadelmann. Dopo aver guidato il CdA per anni passerà il timone all’attuale direttore del personale. Stadelmann inizierà la carica a partire dal 1 gennaio 2013. Secondo un comunicato stampa Blaschke resterà a disposizione dell’azienda come consulente. La Rational si occupa di sistemi per la distribuzione di pasti caldi.

Lothar Adler se ne va. Dopo le critiche sulla sua remunerazione il capo del consiglio aziendale centrale della Siemens(Chairman of the Central Works Council of Siemens AG) rinuncia al discusso prolungamento del suo contratto. Col raggiungimento del limite dell’età lascerà il gruppo alla fine di maggio 2014, conferma la Siemens.  Adler aveva inizialmente espresso la volontà di continuare a lavorare per alcuni mesi anche dopo il suo 65esimo compleanno. Il suo successore sarà nominato in occasione delle elezioni del prossimo consiglio aziendale il prossimo anno.


Peter Y. Somssen lascia la Siemens. Il Responsabile legale del gruppo avrebbe già chiarito le modalità della sua uscita.  Solmssen era considerato come persona di fiducia di Peter Löscher, che si è dimesso alla fine di luglio. Da alcuni mesi si speculava sulla partenza dell’americano. Si tratta del terzo e ultimo dei manager chiamati esternamente da Cromme  che lascia il gruppo di Monaco.


Talanx riduce il consiglio di amministrazione da sette a sei membri. Thomas Noth lascia il CdA del terzo gruppo assicurativo in Germania alla  scadenza del contratto il 31 maggio 2013 per sua volontà. Dopo il riuscito consolidamento della tecnologia informatica in Germania nel gruppo il ruolo di un Chief Information Officer (CIO) è diventato obsoleto.


Il 31 ottobre Fannie Mae ha aperto a New York una causa contro la Deutsche Bank e altri 8 istituti bancari, nonché contro tutti gli istituti associali alla  British Bankers’ Association chiedendo circa 800 milioni di dollari, ovvero circa 585 milioni di Euro. Le manipolazioni del tasso d’interesse di riferimento internazionale avrebbero provocato al finanziere immobiliare statale americano dei danni di questo livello. Fannie Mae ritiene che le soli manipolazioni del Libor che determinano le condizioni alle quali le banche si prestano del denaro tra di loro, avrebbero portato ad un danno di oltre 300 milioni di dollari. In Fannie Mae molti crediti erano o sono legati al Libor.


Il grande azionista del Rhön-Klinikum, B. Braun, si difende davanti al tribunale di Schweinfurt contro la vendita di 43 cliniche alla Helios. L’obiettivo della causa è quello di accertare che il contratto di compravendita delle partecipazioni è nullo o che può essere eseguito solamente se approvato con un maggioranza del 90 % della società, nonché il mantenimento della competizione sul mercato delle cliniche, come comunica il produttore di tecnologia medica il 22 novembre a Melsungen. Allo stesso momento l’azienda di famiglia aumenta la sua partecipazione da 11 a 14 percento diventando così il maggiore azionista individuale,  prima ancora del fondatore dell’azienda Eugen Münch,,  e programmando un aumento a 25 percento per il quale è già stato richiesto il permesso dell’ufficio anti-trust.


FUCHS PETROLUB sostituisce,  con un riacquisto di azioni, la liquidità in esubero agli azionisti rendendo allo stesso momento i titoli più commerciabili attraverso l’emissione di stockdividends. Secondo quanto comunicato dall’azienda il 26 novembre devono essere acquistati un milione di azioni ordinarie e  preferenziali per un valore complessivo di 100 milioni di Euro, e quindi circa il 2,4 percento del capitale sociale del produttore di lubrificanti. Fuchs intende ritirare le azioni. Il riacquisto è iniziato il 27 novembre e dovrebbe durare fino al 31 marzo 2015. Si prevede inoltre di proporre alla prossima assemblea generale il 7 maggio 2014 un aumento del capital da mezzi propri della società. Questo aumento del capitale sarebbe legato all’emissione di stock dividends con un rapporto di 1:1. La Fuchs dichiara che queste misure siano espressione della fiducia in una buona crescita futura.


Al momento della  presentazione del rapporto intermedio la Münchener Rückversicherungs-Gesellschaft ha annunciato di voler raccogliere entro la prossima assemblea generale (30 aprile 2014) fino a 13 milioni di titoli propri per un volume fino ad un miliardo di Euro che corrisponderebbero a circa 3,6 percento del capitale sociale. Le azioni riacquistate saranno ritirate per ottimizzare la struttura del capitale della società. L’ultimo programma di riacquisto del più grande riassicuratore è finito nel 2011.  Al momento dell’annuncio dei risultati semestrali all’inizio di agosto il Presidente del CdA Nikolaus von Bomhard aveva già annunciato di voler riprende il riacquisto delle azioni.


CAMPUS

Rimunerazione del consiglio di sorveglianza rimane stabile

Secondo Towers Watson la discussione sulla ‘giusta’ rimunerazione  dei consigli di sorveglianza alzatasi in seguito ad alcune modifiche apportate al Codice sulla Corporate Governance in Germania, ha portato molti frutti. Se in passato i controllori aziendali venivano pagati secondo gli schemi del volontariato oppure in base al dividendo, negli ultimi anni si sono affermati dei concept di rimunerazione che mirano a garantire l’indipendenza e la professionalità dei membri dell’organo. Il codice richiede dal 2012 che le parti variabili della rimunerazione siano legati al successo a lungo termine dell’azienda. Quasi un terzo delle società quotate nel DAX hanno quindi cambiato il proprio modello. Il consulente aziendale prevede che nei prossimi anni anche altre aziende modificheranno le loro pratiche di retribuzione.  Prima il codice consigliava in generale di rimunerare i membri dei consigli di sorveglianza in base al successo. Attualmente 13 aziende del DAX puntano su una retribuzione fissa dei controllori. !7 aziende si orientano anche al risultato a breve o a lungo termine della società (calcolato ad esempio in base al risultato per ogni azione). I presidenti dei consigli di amministrazione guadagnano nel 2013 mediamente 338.500 Euro. Con questo gli onorari per i capi controllori sono praticamente uguali all’anno precedente (+1%), come rileva Towers Watson.

 

Ricerca: elementi di successo per il motore dell’economia tedesca, la costruzione di macchine utensili

L’associazione tedesca di costruzione di macchine utensili e impianti (Verband Deutscher Maschinen- und Anlagenbau – VDMA) ha presentato insieme alla Deutsche Industriebank – IKB uno studio sul futuro dell’industria tedesca dei beni di investimento e del settore della produzione di macchine utensili. Gli autori hanno estrapolato dai fatti delle tesi sulla situazione attuale: Secondo il ruolo  dei paesi emergenti aumenterà al livello globale. Si aggiunge una sempre maggiore industrializzazione in Europa e nel mondo, dovuta proprio alla crescente domanda di prodotti industriali nei paesi emergenti. La Germania vanta un’industria forte e si trova quindi in una buona posizione di partenza. Molta importanza deve essere riconosciuto anche all’integrazione dei cosiddetti “megatrend” come il trasporto e la mobilità, la fornitura di energia, la salvaguardia del clima e delle risorse ma anche all’informazione e ai network che offrono delle buone prospettive per il futuro. Dall’altra parte ci sono sempre nuovi competitor, soprattutto in Cina.

Secondo l’indagine i fattori di successo dei tedeschi non sono facili da imitare: I vantaggi dell’economia tedesca stanno soprattutto nel grande orientamento verso i mercati esteri e la sua presenza nei nuovi mercati in crescita, la sua forza d’innovazione e la capacità di trovare e di realizzare delle soluzioni che abbracciano più settori. Si aggiunge la flessibilità soprattutto nel settore delle PMI e una grande concorrenzialità sul piano del prezzo.

Gli esperti consigliano però alle aziende di adeguare la loro strategia d’ internalizzazione, perché in questo momento soprattutto nella costruzione di macchine utensili all’interno di PMI si sta verificando una dislivello sempre più importante al livello del progresso tra vendita e acquisto e anche tra produzione, ricerca e sviluppo. Secondo la ricerca il lato acquisti dovrebbe prendere in considerazione  il mondo intero e la produzione, la vendita e il l’assistenza clienti dovrebbe essere maggiormente portata nei paesi target.

Le aziende tedesche hanno inoltre la possibilità di distinguersi da altri concorrenti grazie a delle system solutions complesse e delle cooperazioni anche al di là del proprio settore e all’interno di network. La presenza internazionale e la crescente offerta di system performance richiedono nuovi ordini di grandezza. Un’altra opzione è costituita dalla specializzazione. Le aziende devono continuare a dare importanza all’efficienza dei costi, all’ottimizzazione dei processi e a delle capacità di produzione moderne, per garantire accanto all’alta qualità ci sia anche un prezzo giusto. Infine anche la politica deve contribuire per mantenere e promuovere competitività del motore dell’economia tedesca.

Surteco: Investimento e sguardo verso SDax

A Novembre la Surteco SE, specialista in tecnologie della superficie, ha ricavato col piazzamento di circa 4,4 milioni di nuove azioni quasi 80 milioni di Euro. Dopo questa manovra il widely held stock è passato dal 23 al 45 percento. Secondo il CdA questo aumenta le possibilità del valore Prime Standard di essere acconto nello Small Cap Index SDax. Con l’aumento del capitale il subfornitore nel settore dell’edilizia e dell’arredamento vuole finanziare il gruppo Süddekor. L’antitrust tedesco ha già approvato il business.

Sympatex: Bond su prodotti tessili ecologici.

Alla fine die novembre la Sympatex Holding GmbH che vende membrane impermeabili e traspiranti per abbigliamento funzionale con sede a Unterföhring vicino a Monaco si è presentata alla borsa titoli di Francoforte con un bond con un volume di 13 milioni di Euro. Il titolo ha una durata di cinque anni con un coupon di otto percento e dovrebbe essere quotata nel Entry standard per bond aziendali. Il ricavo dell’emissione deve affluire per il 60 percento nella crescita dell’azienda: secondo la piattaforma online fixed.income.org  la Sympatex Holding vorrebbe acquistare ancora  quest’anno un’azienda simile in Francia, che è redditizia con un fatturato di 9 milioni di Euro.

Secondo la Sympatex i loro prodotti si distinguono da quelli dei concorrenti per la loro performance, da un lato, e per i loro aspetti ecologici da quell’altro. I tessuti Sympatex sono tutti riciclabili. Per questo motivo l’azienda vuole dare importanza al proprio marchio come proposta alternativa ecologica nel mercato dell’abbigliamento funzionale. Attualmente la Sympatex occupa 300 persone in 19 paesi.


POLITICA

Respinto il limite per una retribuzione massima

Nella dirittura d’arrivo delle negoziazioni sulla colazione i partiti cristiani CDU/CSU e i socialdemocratici della SPD hanno rispinto il previsto limite delle retribuzioni straripanti die manager di aziende quotate dopo la protesta dell’ala economica della CDU e delle maggiori associazioni di categoria dell’economia. Non era stato previsto un limite legale. A sorpreso la disposizione inizialmente previsto da esperti legali che prevedeva la pubblicazione della relazione tra la retribuzione dei manager di un’ azienda quotata e lo stipendio medio dei lavoratori è stata cancellata. Questo è quanto si evince dal terzo progetto per il contratto di coalizione nero-rosso pubblicato il 26 novembre secondo il quale la Cancelliera teme un dibattito basato sull’invidia. Originariamente l’assemblea generale avrebbe dovuto  decidere sulla relazione massima tra retribuzione del CdA e lo stipendio medio. Adesso si legge solamente: “Per creare una trasparenza nella verifica degli stipendi dei manager, in futuro la decisione sulla retribuzione del CdA sarà presa dall’assemblea generale su proposta del consiglio di sorveglianza.”


Si temono ondate di espropriazione

I rappresentanti dei piccoli azionisti si innalzano davanti alla decisione sul delisting presa lo scorso 8 novembre dalla Corte Federale (Bundesgerichtshof – BGH). Inizialmente la Corte aveva accertato che la revoca della quotazione per il mercato regolamentato non tocca l’ambito di protezione del diritto di proprietà (art. 14) di un azionista. Il ritiro di una società per azioni dalla borsa (delisting regolare) non richiede l’autorizzazione da parte dell’assemblea generale e neanche l’offerta obbligatoria da parte della  società per azioni stessa o del suo grande azionista ai piccoli azionisti sull’ acquisto delle loro azioni. Ciò non indebolirebbe neppure lo status di socio dell’azionista. Questo è quanto ha deciso il BGH abbandonando la giurisdizione  applicata nel caso Macrotron. L’associazione tedesca degli investitori (Schutzgemeinschaft für Kapitalanleger – SdK) teme adesso delle “ondate di espropriazione” di azionisti minoritari. Il potere discrezionale sul delisting si troverà esclusivamente e - per gli azionisti con portafoglio diversificato - senza alcuna compensazione nelle mani del CdA e del consiglio di sorveglianza. In base alla decisione Macrotron del 2002 la domanda di delisting di una società per azione doveva essere autorizzata dall’assemblea generale, e quindi, con maggioranza semplice, da tutti gli azionisti. Inoltre era necessario che la società stessa oppure il grande azionista presentasse  un’offerta pubblica di acquisto agli altri azionisti. Ciò per permettere  agli azionisti di vendere le proprie azioni non in borsa ma direttamente alla società o al grande azionista. “Adesso chiunque – anche il CdA di una società quotata nel DAX – è libero di revocare la quotazione in borsa senza coinvolgere gli azionisti; qui bisogna agire”, dice Hans-Martin Buhlmann, VIP eV.


Paul Signer ha aumentato ancora il suo pacchetto Celesio. Orma il suo Hedgefond Elliott International potrebbe impedire quasi da solo il rilevamento del distributore farmacologico di Stoccarda. Secondo una comunicazione sui diritti di voto il 19 novembre il miliardario statunitense possedeva 42,8 milioni di azioni della Celesio, che corrisponderebbe ad una minoranza di blocco del 25,16 percento. 19,11 percento ricadono su azioni e 6,05 percento su bond convertibili. Fino ad ora si sapere che attraverso diverse società Eliott possedeva il 21,13 % della Celesio.  Alla fine di ottobre McKesson aveva fatto un offerta di acquisto. Il distributore di farmaci americano voleva rilevare la Celesio per 23 Euro per ogni azione ponendo come condizione di poter avere almeno il 75 percento delle azioni e dei bond convertibili.  Gli americani hanno già preso degli accordi con il grande azionista Haniel dal quale rileveranno la quota del 50,01 %. Il volume complessivo della transazione ammonta a circa 6,1 miliardi di Euro, obbligazioni finanziarie incluse. Con il suo pacchetto Singer potrebbe quindi sabotare l’affare, anche perché ci sono già degli altri investitori interessati a seguirlo. Gli esperti sono convinti che altri hedgefonds abbiano già acquistato altri tre a cinque percento della Celesio. La strategia di Elliott continua ad essere poco chiara e il fond stesso non ha voluto fare dichiarazioni. Probabilmente Eliott spingerà per un aumento dell’offerta di McKesson rischiando però anche un fallimento della stessa.

 

M&A

Nemetschek: portfolio integrato

Per un importo superiore a 10 milioni di Euro la Nemetschek AG ,quotata nel TecDax,  vorrebbe rilevare la società norvegese Data Design System ASA. Il gruppo software intende chiudere la compravendita ancora prima della fine dell’anno corrente.  Con 90 collaboratori i norvegesi forniscono delle soluzioni di progettazione per sistemi per edifici meccanici, e tecnologie elettriche e sanitarie. Nemetschek, fornitore di soluzioni CAD e software per la progettazione, allarga così la rosa dei suoi prodotti per il processo edilizio. Data Design System ha realizzato nel 2012 un fatturato di circa 8,7 milioni di Euro e un risultato operativo di circa 1,5 milioni di Euro.

Delignit: ecologicamente prezioso

Il lavoratore del legno Delignit AG rileva la DHK automotive GmbH (arredamento interno automobili) e tutte le sue quote della HTZ Holztrocknung GmbH. Le parti hanno deciso di tenere il prezzo della transazione riservato. Rilevando le due società della Sassonia  la Delignit che offre prodotti ecologici e system solutions allarga la sua gamma di prodotti: La DHK automotive produce non solo delle coperture per  portabagagli, ma fornisce anche dei rivestimenti interni laterali e altri elementi per veicoli industriali. Particolarmente importante un procedimento speciale per la produzione di elementi di costruzione a forma alveolare prodotti con fibre vegetali, che completa bene il portfolio Delignit nei criteri della sostenibilità e della costruzione leggera. Grazie all’acquisto Delignit ha potuto allargare la proprio capacità di produzione; il management prevede per il 2014 per la prima volta un fatturato di oltre 40 milioni di Euro.

Eckert & Ziegler: Ponti nel mercato USA

Dopo il rilevamento della Biocompatibles, la Eckert & Ziegler Strahlen – und Medizintechnik AG ha acquistato tutte le quote della Mick Radio Nuclear Instruments, Inc. (MRNI). MRNI produce accessori per il trattamento dei tumori con radioisotopi (brachiterapia) e ha realizzato nell’ultimo esercizio  un fatturato di circa 4 milioni di Euro.   Le parti vogliono tenere il prezzo della transazione riservato. Insieme all’investimento in Biocompatibles,  produttore di impianti per il tumore alla prostata, la Eckert & Ziegler intende così allargare la propria posizione negli Stati Uniti.  L’azienda comunica che la brachiterapia rappresenta un’opzione di trattamento molto efficace per diverse forme di tumori. MRNI è ritenuto essere leader del mercato nell’applicazione di questa forma di terapia, possiede una grande forza d’ innovazione e numerosi brevetti. La Eckert & Ziegler è quotata nel Prime Standard.