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Corporate Governance – portrayed in the individual cultural and legal framework, from the standpoint of equity capital.

VIPsight is a dynamic photo archive, sorted by nations and dates, by and for those interested in CG from all over the world.

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transparent and independent current information / comments / facts and figures on corporate governance locally and internationally,

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  • financed by its initiator VIP and other sponsors with a background of “Equity and Advisory” interests.
     

VIPsight International


Article Index


VIPsight November in ITALIAN

 

Persone

Con una nuova struttura di gruppo e la riduzione, da gennaio 2014,  da quattro a tre settori di attività Gerresheimer intende seguire maggiormente i bisogni dei clienti. Stefan Grote, membro del consiglio di amministrazione responsabile per il settore del vetro tubulare e del vetro molato ha lasciato il produttore per di contenitori e imballaggi per l’industria farmaceutica e cosmetica lo scorso 30 settembre.


Nemetschek ha allargato il suo CDA. Viktor Varkonyu e Sean Flaherty si sono aggiunti al board del offerente di software per l’edilizia.  L’azienda comunica che due manager conoscono bene i mercati internazionali, che hanno grande esperienza nell’industria del software e si distinguono per forte competenza di leadership. Varkonyu è CEO di Graphisoft dal 2009, Flaherty è invece a capo della  Nemetschek Vectorworks. Finora Nemetschek è stata guidata da Tobias Wagner. Con questa misura organizzativa il gruppo intende raggiungere una posizione di rilievo dell’industria AECO (Architecture, Engineering, Construction and Owner-operated) e del design. Allo stesso momento vorrebbe approfittare delle grandi possibilità di crescita legate al rapido cambiamento tecnologico e alla digitalizzazione dei processi edili. Nemetschek cerca ancora un nuovo CFO.


René Obermann è designato a sostituire nel consiglio di sorveglianza della ThyssenKrupp Beatrice Weder di Mauro che intende rinunciare ancora quest’anno alla sua carica per aver più tempo a disposizione per la sua nuova attività di consulenza nell’Unione Europea. A regolar il suo mandato scade all’inizio del 2015. La professoressa siede anche negli organi di controllo della UBS, die Roche e da poco anche di Bosch. Il cinquantenne Obermann intende lasciare la Deutsche Telekom per sua volontà alla fine dell’anno.


Basler: un uomo, due cappelli

Dal 2014 Hardy Mehl occuperà la funzione di CFO e COO in Basler AG, azienda tedesca di sviluppo e produzione di macchine fotografiche digitali per professionisti. In seguito al nuovo settore Finance & Operations il CdA si allarga a quattro membri. Ad occuparsi di questi compiti sono stati finora soprattutto il presidente del CdA, Dietmar Ley, e l’ex responsabile delle Operations, Arndt Bake. Mehl lavora da 14 anni per Basler dove dal 2012 dirige il settore Business Management. Nella sua qualità di CFO potrà all’inizio del 2014 dare delle buone notizie visto che l’azienda ha recentemente aggiustato verso l’alto le sue aspettative di profitto per l’esercizio 2013. La Basler è quotata nel Prime Standard.

 

Leifheit: Nuovo capo in vista

Dopo le dimissioni di Georg Thaller lo scorso mese di maggio dalla carica di CEO della Leifheit AG l’azienda produttrice di articoli per la casa ha trovato un successore: al più tardi da aprile 2014 Thomas Radke, ancora CEO della Herlitz AG, prenderà il suo posto. Nel frattempo le sorti saranno ancora nelle mani del CFO Claus-Otto Zacharias che guida l’azienda come amministratore unico.  Radke, oltre a svolgere il ruolo di CEO, dovrà occuparsi anche sei settori marketing, sviluppo e distribuzione.

Radke si è fatto un nome come executive in diverse aziende tra cui la Carl Zeiss Vision, Procter & Gamble e Henkel. Data la sua esperienza nel settore degli articoli di marca il consiglio di sorveglianza si aspetta da lui delle iniziative per rendere più incisivo il marchio Leifheit. La data precisa dell’arrivo di Radke sarà comunicata non appena si concludono le negoziazioni di uscita con il datore di lavoro precedente. Leifheit è quotata nel Prime Standard.


Balda: non resta pietra su pietra

Le questione non si calma: A settembre il grosso azionista Elector ha ottenuto durante un’assemblea generale straordinaria una rinomina del consiglio di sorveglianza. Adesso il nuovo CEO deve andarsene. Dominik Müser, CEO e CFO di Balda, è stato destituito dalla sua carica con effetto immediato. Nel frattempo il consiglio di sorveglianza ha nominato Oliver Oechsle come ulteriore membro del CdA. Oechsle è riconosciuto come esperto nel settore della tecnica medica ed è uomo di fiducia del nuovo presidente del consiglio di sorveglianza e del rappresentante di Elector, Thomas van Aubel. Egli appoggia Dieter Brenken che è stato recentemente chiamato nel CdA; la nuova nomina sembra essere un ulteriore mattone funzionale all’idea di van Aubel, di dare all’azienda una nuova direzione.

Nel frattempo il CdA fa esaminare le circostanze di alcuni fatti di business accaduti nel periodo sotto Müser. Va aggiunto che il nuovo consiglio di sorveglianza della Balda, azienda specializzata nella produzione di plastica,  provoca anche delle resistenze. Due azionisti hanno depositato un ricorso per annullamento contro l’elezione del consiglio di sorveglianza. Ai grossi azionisti rimproverano accordi nascosti e al presidente del consiglio di sorveglianza un passato discutibile.


Cause e Lamentele

Nella lunga lite per il risarcimento delle vittime di un attentato statunitensi la Deutsche Börse è riuscita a raccogliere il numero di firme di attori necessario per un concordato preventivo, come comunica l’azienda il 24 ottobre. Per rendere il concordato efficace l’interessata Clearstream, affiliata del gruppo Deutsche Börse,  (fyi: a subsidiary of Deutsche Börse, provides banking, settlement and custody services) presenterà una domanda di respingimento della causa presso il tribunale US competente al quale resterà il compito di  approvare formalmente il concordato. Così facendo il litigio legale legato ad un attento in Libano nel 1983 sarebbe arriverebbe ad una fine. Attraverso il concordato le famiglie dei soldati allora feriti o assassinati potrebbero accedere a dei valori patrimoniali pari a 1,75 miliardi di dollari che l’Iran che è considerato essere il presunto mandante aveva parcheggiato sul conto della Clearstream.


Nella lite eterna con i controllori europei della libera concorrenza la Deutsche Post ha vinto una tappa. La Corte Europea ha deciso il 24 ottobre a Lussemburgo di riaprire il caso e ha ricondotto il caso verso il Tribunale EU di primo grado. Secondo la Corte Europea la sentenza di apertura (judgment opening?) del 2007 avrebbe tutti i connotati di un’azione impugnabile. Il tribunale di prima grado aveva deciso diversamente. La Deutsche Post è quindi autorizzata ad impugnare l’apertura del procedimento avanzato per l’incasso di sussidi. Nel 2002 la Commissione aveva già dichiarato che l’inammissibilità di sussidi per un valore di 572 milioni di Euro per la Deutsche Post.


La Vereinigung Institutionelle Privatanleger (VIP eV) ha iniziato una procedura di verifica per controllare l’offerta  di Volkswagen al free float di MAN. In seguito alla stipula di un contratto di dominazione e di cessione degli utili  il gruppo automobilistico di Wolfsburg che tiene il 75 percento del costruttore di mezzi pesanti ha offerto alle restanti azioni di MAN che girano ancora in borsa un’offerta di pagamento di 80,89 Euro per ogni azione. Il 24 ottobre l’azione ordinaria è stata venduta a 88,66 Euro, l’azione preferenziale a 88,00 Euro.


Nel processo sulle tangenti Lutz Lorenz ha pesantemente accusato Uriel Sharef. L’ex capo della Siemens in Colombia era in questa funzione successore del successore di Sharef, ex membro del CdA di Siemens. Davanti alla camera penale del Landgericht di Monaco di Baviera Lorenz testimonia di aver informato l’accusato alla fine del 2003/inizio 2004 Sharef dell’esistenza di fondi neri per tangenti per 14 milioni di dollari presso la Siemens Panama. Nonostante la richieste di aiuto espresse da Lorenz, Sharef avrebbe omesso di riportare questi conti illeciti nel circuito contabile della Siemens AG.


Capital measures

Grazie ad un aumento di capitale AIXTRON si vede affluire un ricavo loro da emissione (underwriting revenue)  di circa  101 milioni di Euro.  Il costruttore meccanico di Aquisgrana aveva piazzato presso investitori istituzionali all’interno di un procedimento accelerato (Accelerated Book Building) 10.223.133 azioni giovani ad un prezzo di emissione (issue price) di 9,90 Euro. Il ricavo deve servire al rafforzamento della leadership di AIXTRON nel settore della tecnologia, e in particolare per la produzione di elettronica ad alta efficienza (high efficiency technology) e LED organici, e applicazioni per l’industria di semiconduttori al silicio. Ci si auspica inoltre che grazie all’aumento di capitale la società abbia una maggiore flessibilità finanziaria.

 

Bastei Lübbe: nuovo capitale in borsa

L’azienda Pmi Bastei Lübbe AG è entrata in borsa. Dall’inizio di ottobre le azioni dell’editore sono quotate nel Prime Standard. L’azienda di Colonia ha emesso quattro milioni di azioni per un valore di 7,50 cad. ottenendo così un 30 milioni di Euro lordi. I mezzi finanziari serviranno per orientarsi verso la fornitura di  contenuti, la digitalizzazione e l’internazionalizzazione, e anche per spingere in avanti l’acquisto di diritti di titoli e autori molto richiesti. Anche dopo la quotazione in borsa la casa editrice rimarrò prevalentemente in mani alla famiglia.

Nel corso della procedura d’ingresso l’azienda ha dovuto abbassare il margine del prezzo e allungare la scadenza dell’offerta. Anche il volume di quattro milioni di azioni si è rilevato inferiore a quanto previsto. Nel 2011, prima dell’IPO, la Bastei Lübbe aveva già emesso un bond Pmi alla borsa di Düsseldorf con un volume di 30 milioni di Euro ed un coupon di 6,75 per cento.


Alfmeier Präzision: atterraggio di precisione (spot landing)

La Alfmeier Präzision AG, azienda meccatronica, ha piazzato all’inizio di novembre un bond con una durata di cinque anni e un tasso d’interesse di 7,4 % annui. Con questa emissione la Pmi ha fatto affluire alle proprie casse 30 milioni di Euro. Il giorno stesso del collocamento il bond era già sovrasottoscritto.

Parti del ricavo serviranno, così la stessa Alfmeier, per finanziare la crescita futura: con la cosiddetta tecnologia SMA (sharpe memory alloy)  l’azienda intende sviluppare nuovi mercati. Accanto all’industria automobilistica – con la quale Alfmeyer realizza al momento circa l’80 percento del suo fatturato – la nuova tecnologia risulta interessante anche la tecnologia medica o le telecomunicazioni.  Non si prevedono invece acquisizioni. La Pmi bavarese che produce componenti di altissima precisione per i settori della tecnologia della potenza del fluido e il comfort delle sedute vuole aumentare il suo fatturato nei prossimi cinque anni da attualmente 200 a 300 milioni di Euro.


MIFA Mitteldeutsche Fahrradwerke: in salita con il Bike-Bond

Il bond del produttore tedesco di biciclette MIFA Mitteldeutsche Fahrradwerke AG viene negoziato da inizio ottobre nell’Entry Standard della borsa di Francoforte. Una obbligazione con un volume di 25 milioni di Euro emessa ad agosto è stata quotata sul Open Market con una durata di cinque anni e un tasso di interesse del 7,5 %.

La MIFA comunica di essere, sotto il profilo delle vendite,  il primo produttore di biciclette in Germania; tra i committenti ci sono soprattutto  catene di retail   e clienti OEM. L’azienda della regione del Sachsen-Anhalt produce dal 2011 biciclette elettriche, anche per conto di un produttore di automobili, e ha già prodotto la flotta di biciclette di un grande gruppo tedesco.  La Alfmeier realizza il suo fatturato soprattutto in Germania, nel 2012 ammontava a circa 111 milioni di Euro. Tra il 2011 e il 2012 la quota parte delle e-bikes al fatturato totale è raddoppiata  arrivando al 30%.


CAMPUS

Scetticismo nei confronti dei manager

Investitori privati tedeschi dubitano sempre di più dei buoni propositi dei manager.

Il 58 percento degli investitori è convinto che per  manager i vantaggi personali contano di più della gestione responsabile dell’azienda. Di fronte a questa situazione gli intervistati ritengono che la  malagestione nelle aziende richiederebbe maggiore attenzione. Questo è quanto risulta da un’indagine svolta dalla società di investimento Union Investment sul tema della Corporate Governance. Il tema starebbe diventando sempre più importante per gli investitori. Lo scetticismo nei confronti dei manager è cresciuto ultimamente. Il discusso cambiamento alla guida della Siemens, certi numeri deludenti e la mancanza di strategia per l’orientamento futuro del gruppo hanno sicuramente contribuito a questi risultati, conclude la Union Investment. La quota parte degli investitori che vedono il comportamento dei manager con occhi molto critici sarebbe aumentato di 4 punti percentuali rispetto al secondo trimestre del 2013. Nel mese di agosto Forsa aveva intervistato su richiesta di Union Investment 500 persone tra i 20 e i 59 che dichiaravano di essere i decision maker all’interno del proprio contesto privato e di essere proprietario di almeno un investimento in denaro.


VW: Retribuzione del consiglio di sorveglianza più che triplicata dal 2006

Secondo uno studio  nel 2012 i 30 gruppi facenti parte del DAX hanno pagato 74,8 milioni di Euro ai loro controllori, cifra mai raggiunta in passato. Rispetto al 2011 l’ importo è cresciuto del 7,4 percento ed è comunque superiore a quello dell’anno top del 2007. La maggiore retribuzione complessiva viene pagata da VW che paga 8,8 milioni ai suoi 20 controllori, 19 % in più. Rispetto al 2006 i membri del consiglio di sorveglianza di VW incassono 210 % in più. Mediamente l’aumento nei valori DAX rispetto al 2006 era di “soli” 23 percento. In cima alla classifica dei controllori di Wolfsburg si incontra nuovamente Ferdinand Piech con 1,1 milioni di Euro. Il patriarca della Volkswagen guadagna – così si legge – più del triplo di un controllore capo DAX medio. (314.000). Al secondo posto seguirebbe il sindacalista della IG Metall che con i suoi mandati in Siemens e in VW riscuote circa un milione di Euro.


Studio sul consiglio di sorveglianza: dominio maschile con guadagno in aumento

Secondo uno studio fatto dalla Deutsche Schutzvereinigung für Wertpapierbesitz (German Association for Private Investors – DSW) lo scorso anno la retribuzione dei membri del consiglio di sorveglianza del DAX ha battuto tutti i record.

I controllori dei 30 gruppi tedeschi quotati hanno intascato complessivamente 75 milioni di Euro, 7,4 % in più dell’anno precedente.

Lo studio ha anche rilevato quali di loro sono  più potenti. In cima alla classifica l’ex CEO di Henkel che tiene dei mandati nei consigli di sorveglianza di Deutsche Telekom, Thyssen Krupp, Eon, Henkel. Porsche, Novartis e Oetker.  Lehner divide la posizione con Werner Wenning, ex-CEO di Bayer e ora nel consiglio di sorveglianza di Bayer, Eon, Siemens e Henkel.

Tra i top 10 dei membri di consigli di sorveglianza continua a non esserci neanche una donna. Rispetto all’anno precedente la percentuale della presenza femminile è cresciuta dal 19% al 22%, ma allo stesso momento la quota parte delle donne nei comitati rilevanti all’interno degli organi è scesa del 12,5%. Nell’insieme, così lo studio, la Germania è ancora lontana dalla quota rosa del 40% richiesta dall’Unione Europea. L’unico gruppo a stare al passo sarebbe la Henkel: nel consiglio di sorveglianza le donne occupano il 44 % dei posti ed la stessa guida del consiglio è affidata ad una donna, Simone Bagel-Trah, l’unica in un gruppo DAX.

 

M & A

Analytik Jena: non senza mia figlia

Il produttore di measurement engineering Analytik Jena AG ha ricomprato il 51 percento di partecipazione all’affiliata AJZ Engineering. Secondo il management l’affiliata attrezza laboratori e cliniche intere, soprattutto in Russia e nei paesi arabi. La Anaytik Jena intende ristrutturare la figlia, riallineandola e consolidandola al cento per cento entro il 2016. Nei prossimi due AJZ deve produrre un risultato operativo positivo con un fatturato di 40 milioni. Attualmente la società di progettazione ha nel cassetto commesso per un valore di 100 milioni di Euro. D’altro canto la Analytik Jena dichiara di essere  ancora costretta a prestare garanzie in grande stile per la sua affiliata.

A settembre l’azienda madre, quotata nel Prime Standard, ha prodotto con un aumento di capitale un ricavo lordo di 24 milioni di Euro. Dopo la misura di capitale l’azionista Endress+Hauser  tiene il 47 % delle quote della Analytik Jena alla quale intende sottoporre un’offerta pubblica di acquisto.


Eckert & Ziegler: Crescita negli Stati Uniti

Per un importo di cinque milioni di USD il produttore di dispositivi tecnici per la medicina, Eckert & Ziegler, ha acquistato il business di impianti per carcinoma della prostata dall’americana Biocompatibles Inc.  Secondo la Eckert & Ziegler il quarto provider di questi prodotti sul mercato USA avrebbe fermato la fornitura di questi impianti a maggio di quest’anno perché presentavano dei difetti. La E&Z spera di poter eliminare i difetti quanto prima.

Nel 2012 la Biocompatibles ha realizzato un fatturato di circa otto milioni di Euro. Il ramo acquistato è ancora in perdita. Prima di poter ripartire con il business degli impianti Eckert & Ziegler prevede di subire una perdita fino a  1,2 milioni di Euro. L’azienda, quotata nel Prime Standard, prevede però anche di recuperare i vecchi clienti Biocompatibles e di vendere i prodotti rivisti sul mercato europeo. Col nuovo ramo l’azienda intende inoltre rinforzare la distribuzione di dispositivi per la medicina negli Stati Uniti.


Grohe: L’arredatore di bagni diventa giapponese

Il produttore di rubinetteria Grohe AG è passato per circa tre miliardi di Euro per quasi l’88 percento in mani giapponesi. Il concorrente asiatico Lixil e la Development Bank of Japan hanno acquistato insieme le quote dell’azienda di grande tradizione dagli investitori finanziari TPG Capital e Credit Suisse.  La Grohe comunica che l’affare dovrebbe essere concluso entro l’inizio del 2014. L’ipotetica quotazione in borsa accennata dai proprietari precedenti non dovrebbe più essere sull’ordine del giorno. L’acquisto coinvolge anche l’affiliata cinese Joyou AG che secondo il management rimarrà indipendente nel gruppo giapponese – come la stessa Grohe. La transazione deve ancora essere approvata dagli enti antitrust.

La storia di Grohe sul mercato dei capitali è movimentata. I proprietari originali hanno venduto la loro maggioranza all’azienda famigliare per 900 milioni di Euro alla BC Partners che ha deciso di togliere la Grohe dalla borsa. Nel 2004 TPG e Credit Suisse rilevano l’azienda per 1,5 miliardi di Euro e introducono delle misure di risparmio anche molto dure. Nel 2005 questo suscita poi la cosiddetta “discussione sulle cavallette” che riguarda il ruolo di società di private equity nell’economia tedesca. Nel 2012 il gruppo ha realizzato un fatturato di circa 1,4 miliardi di Euro.


POLITICA

Offerta Quandt per il partito democristiano tedesco, CDU

In seguito a tre offerte cospicue arrivate dalla famiglia di industriali Quandt per un importo complessivo di 690.000 Euro  poco dopo le elezioni in Germania la CDU è costretta a confrontarsi con l’accusa di politica lobbyista. Il 9 ottobre sono arrivati sul conto del partito bonifici di rispettivamente 230.000  Euro da parte di tre membri della famiglia Quandt. L’amministrazione del Bundestag ha reso noto le somme sulla pagina web. Il partito ha confermato il dono  dichiarando altresì che la famiglia Quandt sostiene il partito da anni con contributi privati e ciò indipendentemente dal fatto se la CDU partecipa o meno al governo. Le offerto non avrebbero alcun legame  con singoli decisioni politiche. Johann Quandt e i figli Stefan Quandt e Susanne Klatten tengono complessivamente il 46,7 % delle quote della BMW. Il trasferimento del denaro aveva suscitato clamore perché quasi contemporaneamente il governo federale aveva bloccato al livello europeo norme più severe sui gas di scarico delle automobili europee. Il 14 ottobre il governo federale aveva ostacolato durante un incontro dei ministri per l’ambiente europei temporaneamente l’accordo.   A trarne vantaggio sono soprattutto i produttori  tedeschi di automobili di cilindrata superiore come la BMW, ma anche Daimler, Audi o Porsche. Il giorno del 15 ottobre il partito dei  verdi e il partito “die Linke” hanno parlato di politica comprata.


L’unione europea riconosce il verdetto sulla legge Volkswagen

La Commissione Europea non è riuscita a convincere i giudici di Lusemburgo del loro punto di vista. Il suo tentativo di ribaltare le regole speciali previste da oramai 53 anni dalla legge Volkswagen. Il 22 ottobre la Corte Europea ha confermato il ruolo speciale che il  Land della Bassa Sassonia giova presso la VW. La decisione comporta anche il non pagamento della pena pecuniaria richiesta dalla Commissione che avrebbe potuto arrivare a 70 milioni di Euro. La portavoce di Bruxelles fa sapere che anche se il punto di vista della Commissione rispetto alla legge per la protezione del gruppo Volkswagen contro i takeover ostili resta diverso, la sentenza dei giudici europei sarà rispettata. La Commissione non promuoverà alcun altro tentativo per andare contro alla legge VW. La Commissione aveva rimarcato che di fronte ad una sentenza precedente sulla questione VW la Germania si era piegata solo con poca convinzione.  La Corte Europea era invece convinta che la Germania avesse seguito il verdetto precedente in tutto e per tutto.


AZIENDE

Gazprom chiede un pagamento suppletivo a E.ON e BASF

Per E.ON e BASF la  partecipazione al campo di gas siberiano Yushno Russkoje potrebbe diventare più caro del previsto. I due gruppi DAX stanno negoziando con Gazprom sulla valutazione della loro partecipazione miliardaria al giacimento gigante che potrebbe avere delle riserve molto superiori di quanto stimato finora. E.On e l’affiliata BASF Wintershall partecipano con rispettivamente 25%. Il produttore di gas russo chiede ai partner tedeschi un pagamento suppletivo di un miliardo di Euro. L’11 ottobre Johannes Teyssen ha dichiarato a Bruxelles che E.ON è ancora molto lontano da una eventuale rivalutazione del giacimento. Le negoziazioni sarebbero ancora molto all’inizio. Anche la BASF non ha svelato molto: per quanto riguarda un possibile pagamento di compensazione il gigante della chimica di Ludwigshafen è costretto per contratto a seguire le regole della segretezza. Al moment della stipula del contratto le riserve di gas erano state valuta a più di 600 miliardi di metri cubi. Queste riserve sono state rivalutate e attualmente stimate a 790 miliardi di metri cubi. Il gas di Yushno Russkoje arriva attraverso la pipeline del mare baltico anche in Germania.

 

GSW supporta l’acquisto da parte di Deutsche Wohnen

La prevista fusione tra le aziende immobiliari Deutsche Wohnen e GSW Immobilien si sta avvicinando. Il 14 ottobre i due gruppi hanno approvato sulla base delle decisioni presi da CdA e consiglio di sorveglianza un accordo sull’offerta di cambio da sottoporre agli azionisti della GSW. Questo accordo sulla fusione contiene degli accordi che riguardano la futura strategia e la struttura del gruppo aziendale nella sua nuova composizione. Secondo una comunicazione comune dei due gruppi la GSW supporta l’offerta di acquisizione sottoposta dal concorrente.  Il CdA della GSW considera l’offerta di acquisto “corretta e adeguata”  e consigliando agli azionisti della GSW di accettarlo. La realizzazione e l’utilizzo delle sinergie prospettate potrebbe invece farsi aspettare ancora  per un po’ di tempo. Ambedue la parti si sono dati sei mesi per la fase dell’analisi e successivamente fino a due anni per la realizzazione.


B.Braun, azionista della Rhön-Klinikum, vuole due posti nel consiglio di sorveglianza

Nella lotta per il Rhön-Klinikum l’azienda medica  di Melsungen in Germania si è assicurato la minoranza di blocco.  Secondo quanto pubblicato il 15 ottobre dalla stessa B. Braun la  partecipazione ammonta ora al 10,98 per cento. L’azionista significante dice di voler rafforzare la sua influenza sulla catena di ospedali con una prospettiva a lungo termine, senza chiedere un cambiamento profondo della struttura del capitale e della politica del dividendo.  Ultimamente l’ente antitrust aveva autorizzato un aumento fino al 25 %. B. Braun vorrebbe adesso far valere la propria importanza anche all’interno del consiglio di sorveglianza del gestore di ospedali chiedendo al tribunale di poter occupare due posti che si sono liberati con rappresentanti suoi. Si sente dire che Ludwig Braun voglia entrare personalmente insieme ad un amico revisore di conti nel board di controllo. B.Braun dichiara di voler aumentare la propria quota parte nei prossimi 12 mesi. La Rhön-Klinikum replica che anche in futuro cercheranno il dialogo con l’azionista.

 

CEWE: nuova forma giuridica, meno tasse

La CEWE Holding AG, azienda quotata nel SDax, firma adesso ufficialmente come CEWE Stiftung & Co. KGaA. Con questo l’azienda che offre dei servizi di stampa e fotografia online prevede di aggiudicarsi un vantaggio fiscale di circa  10 milioni di Euro nei prossimi anni. Secondo il management della CEWE il bundling di tutto il business operativo permette di correggere uno svantaggio fiscale. Matematicamente l’azione ottiene così un plusvalore di circa 1,36 Euro. Più del 97 percento degli azionisti aveva approvato questo cambio durante l’Assemblea generale tenutasi a giugno.

Il CdA della Pmi con sede a Oldenburg ha confermato la sua prognosi di crescita per l’esercizio in corso: il fatturato nel settore della stampa online dovrebbe crescere rispetto all’anno precedente del 40 percento, il fatturato del gruppo di circa 5 percento da 510 milioni a 530 milioni di Euro. L’azienda ha 12 sedi produttive ed è presente con 3.000 collaboratori in 24 paesi.


Jenoptik: controllo velocità in Down Under

La Jenoptik AG ha ricevuto una grande commessa per impianti di controllo di velocità mobili in Australia con un volume superiore a 10 milioni. Su commissione dell’ente australiano Roads and Maritime Service la società, quotata nel TecDax, controllerà probabilmente dal 2014 per almeno tre anni la velocità sulle strade dello stato federale de New South Wales. Il nuovo programma per la sicurezza sulle strade fa parte di un programma con un valore complessivo di 23 milioni di euro che è stato suddiviso tra le due aziende. Jenoptik mette  a disposizione degli australiani sia la tecnica che i servizi. Il gruppo specializzato in optoelettronica  prevede di iniziare ancora quest’anno con le forniture. All’inizio dell’anno la Jenoptik aveva rilevato l’australiana DCD Systems Pty.Ltd integrandola nel suo settore “sicurezza nel traffico”.


Solutronic: appuntamento dal giudice fallimentare

La crisi del fotovoltaico fa altre vittime: ad ottobre la Solutronic AG, produttrice di inverter per il fotovoltaico e fornitore di soluzioni per lo stoccaggio di energia, ha dichiarato la bancarotta. L’azienda spiega la sua insolvenza con la rottura del mercato avvenuta nel settore. Ancora poche settimane fa il management aveva cercato di rispondere allo sviluppo negativo della società con nuovi indirizzi strategici e di concentrarsi su mercati in via di sviluppo fuori dalla Germania. In questo senso la Solutronic, quotata nel Entry Standard dal 2010,  si è attivata per creare delle collaborazioni strategiche e tecnologiche con la cinese Shanghai Chu Rui energy Technology Co. Ltd. e la tedesca Commercial &Residential Energy Storage Systems GmbH. Attraverso una ristrutturazione si volevano tagliare anche visibilmente i costi.

 

The German Mittelstand

Un mercato che non serve a nessuno

Il nuovo indice tecnologico – una favola estiva

Poche settimane fa è apparsa una notizia che ha suscitato clamore nella stampa: il ministro federale per l’economia e diversi attori sul mercato dei capitali hanno parlato di una risurrezione del new market.  Data la sua importanza come sede di  grande attività nel settore della tecnologia la Germania avrebbe bisogno anche di un indice tecnologico – soprattutto per aziende giovani e piccole e medie.  In questo modo le aziende potrebbero avere nuove possibilità di finanziamento, e allo stesso momento gli investitori di private equity avrebbero un ulteriore canale di exit.

Alcuni investitori e imprenditori cominciavano timidamente ad innamorarsi dell’idea: Qualcosa come il Nasdaq potrebbe funzionare bene anche sul mercato dei capitali tedesco. Altri invece ricordavano con un certo orrore gli eccessi che al cambio del millennio avevano fatto precipitare il mercato azionistico in una profonda crisi di fiducia, fino a portare alla chiusura del Nuovo Mercato. Oggi possiamo che non importava agitarsi perché l’idea sembra essere stata seppellita prima ancora di prendere forma. I motivi sono più di uno:

Il primo è legato alla persona dell’iniziatore. Dopo aver perso le elezioni, l’ex ministro per l’economia Philipp Rössler sparisce insieme al suo partito – i liberali della FDP erano molto vicini alle Pmi – nelle nebbie dell’insignificanza. Se l’idea sopravvive al suo ideatore resta comunque da vedere perché di fatto le Pmi godono già di un accesso semplificato al mercato, il cosiddetto Entry Standard della Borsa di Francoforte ne è un esempio. Va detto che agli investitori istituzionali  e a quelli non tedeschi questo indice interessa relativamente poco perché offre meno sicurezza. Per entrare nel Entry Standard le aziende sono ormai obbligate a pubblicare un prospetto informativo. Ciò che rallegra gli investitori, mette in difficoltà le aziende.  Dovendo pubblicare il prospetto non si muovono più nel territorio sicuro della Borsa di Francoforte, ma sono costretti a sottomettersi alla legge europea. Questo rende la faccenda più complicata, più costosa e tenendo conto del maggiore bisogno di consulenza la trasforma in una possibilità di approvvigionamento di capitali non proprio a buon mercato.

Per attirare gli investitori internazionali,  un indice tecnologico dovrebbe comunque essere più rigidamente regolamentato del Entry Standard. Per le Pmi significherebbe affrontare la produzione di rapporti trimestrali, il bilinguismo nella comunicazione sul mercato dei capitale e un minimo di informazione regolare con un linguaggio congruo per gli investitori. L’esperienza insegna che le Pmi temono questi costi. Le imprese start-up in particolare che dipendono dal capitale fresco non sono proprio in grado di permettersi l’implementazione e costi di mantenimento di un tale apparato.

Per fare mercato bisogna sempre essere in due. Nel caso della borsa abbiamo gli emittenti e gli investitori. L’idea di un Nasdaq tedesco dovrebbe fallire già dall’inizio. Chi conta con le proprie dita l’ingresso in borsa riuscito di piccole e medie imprese può tenere una mano in tasca. Fino a quando il  capitale di terzi è regolato in maniera vantaggiosa e quello proprio in maniera rigida l’interesse delle Pmi ad un’ offerta pubblica iniziale (IPO) rimane bassa.  La piazza Germania non può permettersi un altro flop.

Se sono interessati in aziende tecnologiche tedesche gli investitori internazionali dovranno anche in futuro prendersi l’impegno di fare stock picking se vogliono trova delle possibilità di investimento al di sotto del TecDAX.

Un Nuovo Mercato 2.0 si farà aspettare a lungo – e questo non è neanche una brutta prospettiva.

 

Buhlmann's Corner

Qual è il senso di Corporate Governance

Il senso della corporate governance ovvero della sua best practice non sta, questo è certo,  in una costruzione rigida di regole che per ogni occasione offre una soluzione prefabbricata. Del tipo: se in Brasile qualcosa non funziona nella nuova acciaieria, sostituisco due membri del board e poi tutto si risolve.

No, così non può funzionare – ogni regolamento, anche quello più complesso, contiene delle vie di bypass. René Obermann,  che sta per lasciare il timone di Telekom Deutschland, prende il posto di Beatrice Weder di Mauro  nel consiglio di sorveglianza della Thyssen e sembra che lui sia proprio la “donna” giusta. Non bisogna certo sottovalutare il ruolo dei network relazionali nelle decisioni – vivere la corporate governance significa anche conoscere questi aspetti.

Sappiamo bene che un ex-CEO non dovrebbe passare senza un dovuto periodo di cooling off nel consiglio di sorveglianza del suo successore. Va bene quindi avere una legge che si oppone a questi passaggi una volta obbligati, però … nel caso della Linde la situazione è diversa. Raramente si è visto un CEO in grado di ristrutturare e far crescere la sua azienda in un modo così convincente, di successo e bypassando il leader del mercato senza lasciare danni sociali. Ci sono molti motivi, tra cui anche la personalità stessa del candidato, che parlano a favore del fatto che un passaggio immediato del Prof. Reitzle nel consiglio di sorveglianza sarebbe molto vantaggioso per la Linde e di conseguenza anche per il suo azionariato. Un Reitzle riservato ha un certo charme, un Reitzle più passionale ha un valore in più, come si è visto anche in Continental.

Un Ferdinand Piech non può (sempre che non gli manchi l’ironia) che sorridere su questioni di questo genere. “Questa è la regola…, e io sono l’eccezione” è una delle sue frasi preferite.  Potrà invece farsi una grande risata sulla mancanza di comprensione e di conoscenza della prassi mostrata dalla Corte Europea in occasione della sentenza Volkswagen (Commissione europea contro la Repubblica Federale di Germania). Chi non sa non dovrebbe decidere. Solo la Frankfurter Allgemeine Zeitung ha detto come stanno le cose parlando di un diritto di designazione (right of designation) della Germania nel consiglio di sorveglianza della Volkswagen. Simile a quello della Krupp Stiftung nel consiglio di sorveglianza della traballante ThysssenKrupp.

E proprio vero: una buona corporate governance ha bisogno di vita, di una vita alla quale le regole si possono adattare e di regole, alle quale si adatta la vita. Responsabilità al posto di un’esecuzione stupida delle procedure.

Il consiglio di sorveglianza di Daimler ha bisogno di cambiamento – ma è giusto chiarirlo (solo) in incontri a due nelle retrobotteghe? Ma è giusto che certi azionisti (in questo caso Blackrock) incassano 8,5 miliardi dalla Bank of America e 5,8 miliardi da JPMorgan (nota bene:  i numeri non sono solo invertiti, ma sono anche stati comunicati così)  per errori fatti da management, riducendo così il patrimonio complessivo degli azionisti? Ma è giusto che nella Rhön Klinikum i membri del consiglio di sorveglianza hanno supportato per anni il modello sbagliato di una poison pill, per poi al momento della riparazione (giusta o ingiusta che sia) decidere di dimettersi. Qui il cerchio si chiude quasi, perché la sentenza semplicistica della Corte Europea è cieca di fronte a queste ipotetiche conseguenze comportandosi come quei CEO che durante il loro terzo mandato perdono ogni contatto con la realtà e non hanno altro in mente che capire come imbastire il passaggio nel “loro” consiglio di sorveglianza.

La best Practice of Corporate Governance rappresenta un insieme di regole del buon senso e del buon comportamento capace di adeguarsi alla vita – l’utente è chiamato a rispondere. Sono molto curioso della “board-evaluation” 2014 che è stata annunciata globalmente.

Lo scorso martedì Barack Obama ha detto che gli piace camminare sotto la pioggia. Non lo ha detto personalmente a me, lo ha detto al cellulare – e come sappiamo, tra amici i cellulari non vengono intercettati.